La storia dei semiconduttori insegna che spesso sono gli uomini a fare la differenza, non le macchine. Uno di questi si chiama Liang Mong Song, ed è colui che ha permesso a Huawei di tornare a produrre processori in Cina.
Questa è la storia di un ingegnere, Liang Mong Song, che ha fatto la storia della produzione dei processori moderni. L’ultimo capolavoro è la ciliegina sulla torta di una carriera per certi aspetti incredibile: ha portato la cinese SMIC, Semiconductor Manufacturing International Corporation, a produrre un processore a 7 nanometri senza utilizzare la litografia EUV, spremendo fino all’ultima goccia le tecnologie destinate ai nodi meno evoluti. Con questo processore SMIC ha creato il cuore del nuovo Huawei Mate 60 Pro, il Kirin 9000s. Liang Mong Song non compare più in pubblico da quasi due anni, e nessuno ha idea di che fine abbia fatto. Quella che sembra una leggenda, soprattutto nel finale, è una storia vera.
La storia professionale di Liang Mong Song inizia negli anni 70 quando si laurea in una delle più prestigiose università di Taiwan, la National Cheng Kung University. È vicino a casa, nel distretto di Tainan, dove era nato e dove abitava con la sua famiglia. Terminati gli studi decide di recarsi negli Stati Uniti per proseguire con un dottorato presso l’Università della California, a Berkeley, dove incontra la persona che diventerà, un po’ come lui, una leggenda nel mondo dei processori, il professore Hu Chenming.